Il Moncalieri rinasce con i profughi

Pubblicato da La Stampa, Paolo Accossato, 22/08/2017

Il club riparte dal campionato di calcio di Terza categoria L’apporto decisivo dei migranti per ristrutturare il campo. E tre di loro giocheranno in squadra

 La nuova società (qui i dirigenti con i volontari africani) ha recuperato il vecchio stemma (sullo sfondo)
 Le favole iniziano con «C’era una volta» e quella locuzione all’inizio del racconto fa capire che si tratta di una fiaba. E le fiabe non finiscono mai male. Anche la storia del Moncalieri Calcio 1953 incomincia con «C’era una volta»: erano le domeniche di patron Pavia, di Beppe Aghemo, degli anni ruggenti dell’Interregionale e della C2. Poi, come ogni favola che si rispetti, le ansie e il declino: cinque categorie perse in cinque anni, la società più retrocessa d’Italia. E in parallelo l’identità che si affievolisce con diversi Moncalieri che nascono e che tuttavia non sono più «quel» Moncalieri 1953. Gli affanni servono però a rendere più gustoso il finale e allora non importa da dove si (ri)comincia, l’importante è farlo. 

 

LA RIPARTENZA

Lo ha capito Giorgio Chiappino, che il campo del Moncalieri lo ha sempre guardato dalla parte opposta di strada Revigliasco, dall’oratorio di Santa Maria Testona. Chiappino, imprenditore immobiliare, è da qualche giorno il nuovo presidente del Moncalieri e ha rispolverato la vecchia denominazione, i colori sociali e perfino lo stesso stemma, la croce sabauda con il dio Nettuno in bella evidenza. Il punto di ripartenza ovviamente è il «Testona», l’impianto dove nel 2000 giocò anche la C2. 

 

Ma il «Testona» era fatiscente e da rimettere in sesto: «Abbiamo ricevuto le chiavi dell’impianto il 10 luglio – dice Chiappino – e ci siamo trovati davanti ad una mole incredibile di lavori. Ci siamo allora messi all’opera perché il Moncalieri torni ad avere la sua casa». Il sindaco Paolo Montagna è venuto in aiuto, mandando a dare una mano alcuni migranti ospitati in un centro di accoglienza della città: «Sono sette, tra i 18 e i 21 anni, e la maggior parte viene dal Ghana. Sono eccezionali: rasano il prato, colorano le porte, mettono a posto la tribuna, rendono agibili gli spogliatoi. Si chiamano Kalid, Mohammed, Said, Aquah, Issa, Kassin e Makelele. Alcuni sono anche calciatori perché giocavano in patria prima di fuggire: Issa ha avuto richieste da squadre di Prima Categoria ma con Kassin e Makelele si fermerà da noi». 

 

AL LAVORO DA UN MESE

Sui social proliferano le immagini di questa alleanza tra l’Africa e Moncalieri, facce sorridenti durante la grigliata di Ferragosto, volti tranquilli al lavoro con pennelli e rastrelli tra l’erba alta del terreno di gioco e l’intonaco un po’ scrostato. Calcisticamente parlando si riparte da un settore giovanile di 250 ragazzi, la maggior parte provenienti dalla Polisportiva Testona, e con una Terza Categoria: «In questi anni molti giovani sono andati a giocare lontano da Moncalieri per mancanza di alternative. Ora abbiamo molte richieste e contiamo in qualche anno di raddoppiare la cifra».

 

Per la prima squadra è pronta l’iscrizione in Terza Categoria: il progetto è tornare in Promozione e riportare il Moncalieri dove gli compete. «Sono tanti i giocatori che vogliono giocare con noi – aggiunge Chiappino – magari scendendo da categorie più alte. L’idea è poi di trasformare in sintetico i campi a 7 e a 9 e mantenere quello a 11 in erba naturale». In queste ore è pure partita un’iniziativa su Facebook: i tifosi che faranno una donazione per i lavori, vedranno il proprio nome scritto sul muro della tribuna dello stadio.

LINK ARTICOLO: http://www.lastampa.it/2017/08/20/cronaca/il-moncalieri-rinasce-con-i-profughi-L2TYbPex9fIZpkOKZk0GjO/pagina.html

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