L’artigianato “specie in via d’estinzione” in Piemonte: “Servono investimenti e infrastrutture, non solo il reddito di cittadinanza”
Pubblicato da TorinoOggi, 13 Marzo 2019
Felici (Confartigianato Piemonte): “Misure strutturali per far ripartire l’economia, ma anche lo sblocco dei crediti da parte della Pubblica amministrazione”
Continua il processo di erosione delle imprese artigiane in Piemonte che a fine 2018 risultano pari a 117.644 unità con un tasso di crescita negativo di -1,1%, (le imprese iscritte nel 2018 sono 7793, contro le 9138 cessazioni, con un saldo negativo di -1345).
Lo dicono i dati elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato Piemonte, secondo i quali a livello provinciale, a Torino, a fine anno le imprese artigiane risultavano pari a 59.613 unità con un tasso di crescita di -1%, le imprese iscritte nel 2018 sono 4167, contro le 4.793 cessazioni, con un saldo negativo di -626 imprese; ad Alessandria a fine anno le imprese artigiane risultavano pari a 10.966 con un tasso di crescita di -2,2%, le imprese iscritte nel 2018 sono 680 contro le 922 cessazioni, con un saldo negativo di -242 imprese; Cuneo a dicembre del 2018 conta 17.622 imprese artigiane, con un tasso di crescita di -1,0%, le imprese iscritte nel 2018 sono 1.082 mentre le cessazioni sono 1.261, con un saldo negativo di -179 imprese; a fine anno Biella conta 5.111 imprese artigiane con un tasso di crescita di -2,2%, le imprese iscritte nel 2018 sono 276 contro 389 cessazioni, con un saldo negativo di -113; Novara a dicembre 2018 conta 9326 imprese artigiane con un tasso di crescita di -1%, le imprese iscritte nel 2018 sono 636, contro 732 le cessazioni, con un saldo negativo di -96 unità; il Verbano-Cusio-Ossola a fine anno conta 4.251 imprese artigiane con un tasso di crescita di -1,1%, le imprese iscritte nel 2018 sono 231 mentre le cessazioni 279 con un saldo negativo di -48; Vercelli a fine anno conta 4.589 imprese artigiane con un tasso di crescita di -0,8%, le imprese iscritte nel 2018 sono 283, mentre 322 le cessazioni con un saldo negativo di -39 unità. Infine Asti a fine anno conta 6.166 imprese artigiane con un tasso di crescita dello 0%, le imprese iscritte nel 2018 sono 438 mentre le cessazioni sono 436 con un saldo positivo di +2.
“Questi dati attestano che non si registrano segnali positivi o di uscita dalla crisi – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte -. Infatti con il saldo negativo di fine anno (-1345 imprese artigiane) il Piemonte stenta a decollare e ad uscire dal bozzolo nel quale è stato relegato. Ad eccezione di Asti, che registra un tasso di crescita dello 0%, tutte le altre province presentano a fine anno un rapporto tra natività e mortalità delle imprese artigiane con uno sbilanciamento sulle cessazioni.”
“E’ fondamentale – continua Felici – porre in atto riforme strutturali che leghino più strettamente prelievo fiscale, riduzione di spese improduttive e restituzione di servizi pubblici efficienti. Abbiamo bisogno di credere nella possibilità di stabilire un rapporto corretto e leale con il fisco, giungere ad un costo del lavoro più accettabile, sbloccare i crediti verso la PA. Voglio ricordare che il tempo medio impiegato dall’Amministrazione Regionale del Piemonte per saldare i propri fornitori, è di 53 giorni, posizionandosi al terzo posto dell’infausta classifica regionale in quanto a lentezza nel pagare le fatture, un dato che posiziona la nostra regione al di sopra della media nazionale (32 giorni)”.