Ragazzino sequestrato e bullizzato per 16 ore tra Moncalieri e Torino, indagati tre suoi coetanei


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Sarebbe stato convinto a seguirli con la scusa di partecipare a una festa. Forse è stato anche filmato mentre subisce abusi sessuali. La madre: “Come mai tutta questa violenza a questa età contro un giovane debole?”

n ragazzino di 15 anni di Moncalieri con una forma di invalidità, residente in cintura sud, ha denunciato di essere stato sequestrato per circa 16 ore e torturato da tre coetanei (due maschi e una femmina) prima in una stanza di un appartamento di Torino e poi all’aperto. L’assurda violenza sarebbe successa la sera e la notte di Halloween, tra venerdì 31 ottobre e sabato 1 novembre 2025, concludendosi solo all’ora di pranzo del giorno successivo. I giovani presenti in quell’appartamento potrebbero avere girato anche un video in cui abusano sessualmente della loro vittima anche se di questo non c’è traccia nella denuncia.

“Due ragazzi – ha raccontato la vittima – mi hanno convinto a seguirli per partecipare a una festa e mi hanno portato in quella casa. Mi hanno strappato il telefono e chiuso in un bagno per ore. Mi hanno minacciato con un cacciavite, rasato la testa e le sopracciglia con una lametta, picchiato, spento una sigaretta sulla caviglia e poi buttato nel fiume Dora Riparia a petto nudo. Mi hanno sputato addosso dal ponte. Poi mi hanno fatto mettere sotto una fontanella continuando a sputare. E poi mi hanno lasciato alla stazione di Porta Nuova. A quel punto ho potuto chiamare mia madre”.

Sull’accaduto indagano i carabinieri della compagnia di Moncalieri, che hanno ricevuto la denuncia e che, avendo già i loro nomi, hanno identificato tutti e tre: si tratta di due maschi di 14 e 15 anni e di una femmina di 16 anni, che sono indagati per violenza privata e sequestro di persona. Sono stati acquisiti anche alcuni video che si trovavano all’interno dei loro telefoni cellulari. Le indagini sono coordinate dai pm Vitina Pinto e Virginia Pecoriello della procura per i minorenni di Torino.

Si sta anche cercando di identificare l’appartamento in cui sono stati commessi gli orrori che, appunto, si troverebbe nella zona in cui passa il fiume e anche il tram 4 (nella denuncia si parla di un ponte da cui loro avrebbero sputato al ragazzo immerso nell’acqua). Naturalmente, l’analisi delle celle telefoniche potrà aiutare a capire dove tutto sia avvenuto.

“Quando l’ho visto – racconta la madre del giovane su Facebook – è stato uno choc, giuro. Perché una madre lascia le chiavi di un alloggio a un ragazzo di una comunità dove non ci sono maggiorenni? Perché tutta questa cattiveria a questa età verso un ragazzo debole? Ora voglio solo giustizia”.


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