Al mattino si presentava in caserma, al pomeriggio scippava le vecchiette

da La Stampa – Giuseppe Legato, 29/10/2016

È stato arrestato per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale ed è indagato per uno scippo di una signora di 89 anni a Nichelino

Al mattino si presentava in caserma a ottemperare all’obbligo di firma. Puntuale, cordiale e rispettoso dei militari. Il pomeriggio però la musica cambiava e Giuseppe De Maio, 62 anni, nato a Gioia Tauro ma domiciliato a Moncalieri, si trasformava in uno scippatore. È stato arrestato per ricettazione di un’auto rubata e resistenza a pubblico ufficiale ed è indagato per uno scippo messo a segno ai danni di una signora di 89 anni avvenuto il 5 ottobre scorso a Nichelino.

L’indizio è banale ma molto chiaro allo stesso tempo: De Maio custodiva nel portafoglio due tessere fedeltà del supermercato sottratte alla pensionata e a lei intestate. L’altra sera, in via Ponchielli stava probabilmente cercando un’altra preda. Quando i carabinieri del nucleo operativo lo hanno affiancato e si sono avvicinati alla portiera per un controllo lui è scappato speronando l’auto civetta e trascinando un militare per pochi metri. Lo hanno «ripreso» in strada Mongina dopo 10 minuti di fuga disperata. E adesso sono pesantissimi i sospetti su altri 12 colpi, tutti identici a quello di Nichelino, messi a segno da un signore di mezza età, capelli grigi, con gli occhiali, a bordo di una Punto, da marzo a oggi in mezza provincia di Torino: Moncalieri, Piobesi, Villastellone, Vinovo, la Loggia. Proprio il particolare degli occhiali avrebbe colpito le vittime, tutte donne. In tre casi – a marzo, giugno e settembre – le signore scippate sono anche cadute a terra. Una di loro – il 13 marzo 2016 – si è ritrovata con una spalla lussata e un polso fratturato: 30 giorni di prognosi. In borsa aveva un telefonino e pochi euro.

Lo scippatore era uscito dal carcere l’8 marzo scorso. Il Tribunale gli aveva imposto l’obbligo di firma dopo averlo indagato per una presunta rapina a La Loggia. Da quel giorno, secondo la ricostruzione dei carabinieri, potrebbe aver iniziato a colpire a raffica. Come? Rimaneva seduto alla guida dell’auto, si avvicinava alle donne che camminavano sui bordi del marciapiede lato strada e – contromano – le affiancava strattonandole per rubare la borsa.

Nei mesi scorsi un investigatore della stazione di corso Savona che aveva raccolto tutte le denunce delle vittime si era accorto che la descrizione del carnefice fatta dalle donne corrispondeva perfettamente all’uomo che ogni mattina si recava a firmare. Di lì sono partite le indagini degli uomini del tenente Arcangelo Guida.

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