E’ San Valentino, cinque scrittori parlano “In nome dell’amore”.

Pubblicato da la Repubblica il 12/02/2017 di Francesca Bolino.

L’intervista
Lo scrittore Antonio Pascale da martedì al Circolo dei Lettori con altri colleghi per raccontare le sfumature dell’amore “il sentimento più discusso del mondo”
“San Valentino è una rivolta alla prevalenza del maschio Alfa”
FRANCESCA BOLINO
«SI SA, il maschio Alfa è una minaccia. È lui a conquistare sempre le donne più giovani. Io proprio non lo sopporto. Che dobbiamo farci?». Antonio Pascale, classe 1966, autore di numerosi racconti, da sempre indaga sui sentimenti, sugli stati emotivi. E come poteva intitolarsi, infatti il suo ultimo lavoro? “Le aggravanti sentimentali” edito da Einaudi (il precedente libro si intitolava “Le attenuanti”). Comunque sia. Per celebrare la tanto attesa ricorrenza di San Valentino, il Circolo dei Lettori ha affidato a lui l’incarico di dar vita a un ciclo di incontri che avesse come tema l’amore, ovviamente. «Chi se non gli scrittori possono raccontare l’amore? Circa il 75 per cento dei nostri discorsi ha come oggetto questo sentire. Dunque sono i narratori ad avere quelle competenze linguistiche giuste per restituire, in modo leggero e affabile, l’immenso universo che caratterizza il sentimento più discusso del mondo », racconta Pascale.
E così, da martedì a sabato prossimi, con la rassegna “In nome dell’amore” Torino verrà attraversata e destabilizzata da racconti intorno al sentimento che è, e rimane un discorso — come scriveva Roland Barthes — «di un’estrema solitudine», giacché alla fine ognuno deve aggiustarsi per i fatti propri.
«Ho pensato così di declinare in molti modi diversi, quest’oggetto meraviglioso, dando spazio non solo alle parole, ma anche alle immagini, la musica, il teatro e alcuni percorsi di gusto».
Ma cosa racconterà Antonio Pascale? «Io parlerò di quattro donne di età diversa che ho conosciuto davvero, mi addentrerò nei loro pensieri. È un modo per svelare la struttura dell’amore nella sua quotidianità. La prima è Valeria che incontrai a Napoli. Ero un ragazzino e, per cercare di far breccia nel suo cuore, utilizzai la strategia dell’adulazione spinta. Fingevo di essere distratto. Poi passerò a Roberta che contendevo con Marcello: un calabrese enorme. Era grandissimo. Le raccontavo le barzellette». E in questo caso come è finita? Chi vinse? «Lui. Roberta andò con il calabrese perché era un maschio alfa. L’amore prende forma nel maschio alfa».
Il maschio dominante? “Sì. Che deriva dal mondo animale. Fino a diecimila anni fa siamo stati poligami ma, via via, l’inevitabile trasformazione socio-cuturale — l’antropologia lo spiega — ci ha portati a essere monogami. Il maschio alfa è virile, carismatico, garantisce protezione certa. È anelato sia da femmine che da maschi non alfa. Un modello vincente ». Con quali altre figuri femminili ci affabulerà? «Una sorpresa. Parlerò di mia figlia Marianna che ha sedici anni e metterò in luce come amano gli adolescenti. Un tema delicato».
Ma vediamo chi sono gli altri personaggi che scompiglieranno Torino in questi cinque giorni. Licia Troisi, indiscussa regina del fantasy, astronoma, divisa tra il ruolo di madre, di ricercatrice all’università e scrittrice cult. Le sue sono grandi eroine dei fumetti che combattono contro tutto e pian piano prendono il posto dei maschi. La nuova donna? «Ah, certo. Queste donne dispongono di forze magiche sorprendenti in grado di modificare il mondo. Cercano di conquistare qualcosa che è loro precluso. Licia ci mostrerà una forma ancora diversa dell’amore». E poi le poesie di Franco Arminio, autore di “Cedi la strada agli alberi” (Chiarelettere) che dialogherà con il regista Davide Ferrario; Ester Viola, autrice di “L’amore è eterno finché non risponde” (Einaudi), che rifletterà sul significato di “infedeltà”: incontri occasionali, storie parallele, sesso a pagamento, amori travestiti da amicizie.
E la declinazione filosofica di questo strano oggetto chiamato amore? «Umberto Galimberti farà una lectio a partire dal “Simposio” di Platone. Con lui andremo a vivisezionare l’anima: in fatti d’amore la ragione vien meno, si ricongiunge alla follia degli dei!».

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