Niente volontariato per aver smerciato illegalmente merendine a scuola. Il giovane venditore dell’istituto Pininfarina di Moncalieri questa mattina non si presenterà nella sede dell’associazione Terza Settimana dove avrebbe dovuto “scontare” i quindici giorni di sospensione con cui il consiglio di classe aveva deciso di punire il suo business non consentito. “I miei genitori non hanno intenzione di farmi svolgere questa punizione – ha annunciato il giovane – Ci sono problemi logistici perché è molto lontano da casa e non abbiamo mezzi di trasporto, ma anche l’attività non mi sembra consona”.
Il rifiuto lo comunicherà solo questa mattina al dirigente del Pininfarina. Il preside Fava infatti non sa nulla: “Non posso commentare una decisione che non mi è stata annunciata. In tanti anni di lavoro non mi è mai capitato che una famiglia respingesse la proposta di punizione. Noi ci stiamo impegnando in tutti i modi per il recupero del nostro studente, ma speriamo ci sia collaborazione da parte di tutti. Vedremo come fare e cercheremo una soluzione assieme se non accetterà questa associazione”. Le regole dello Statuto degli studenti prevedono infatti che queste attività “socialmente utili” siano concordate con i genitori e senza il loro ok non possano partire.
Nelle prossime settimane dovrebbe partire anche l’altra attività prevista dal consiglio di classe per
sanzionare il venditore, il percorso di formazione sull’autoimprenditorialità con i Giovani dell’Unione Industriale: “Siamo al lavoro anche su quello – assicura Fava – stiamo cercando di chiudere il programma il prima possibile. Ora però dobbiamo trovare un modo per mettere la parola fine a questa vicenda “
Niente volontariato per aver smerciato illegalmente merendine a scuola. Il giovane venditore dell’istituto Pininfarina di Moncalieri questa mattina non si presenterà nella sede dell’associazione Terza Settimana dove avrebbe dovuto “scontare” i quindici giorni di sospensione con cui il consiglio di classe aveva deciso di punire il suo business non consentito. “I miei genitori non hanno intenzione di farmi svolgere questa punizione – ha annunciato il giovane – Ci sono problemi logistici perché è molto lontano da casa e non abbiamo mezzi di trasporto, ma anche l’attività non mi sembra consona”.
Il rifiuto lo comunicherà solo questa mattina al dirigente del Pininfarina. Il preside Fava infatti non sa nulla: “Non posso commentare una decisione che non mi è stata annunciata. In tanti anni di lavoro non mi è mai capitato che una famiglia respingesse la proposta di punizione. Noi ci stiamo impegnando in tutti i modi per il recupero del nostro studente, ma speriamo ci sia collaborazione da parte di tutti. Vedremo come fare e cercheremo una soluzione assieme se non accetterà questa associazione”. Le regole dello Statuto degli studenti prevedono infatti che queste attività “socialmente utili” siano concordate con i genitori e senza il loro ok non possano partire.
Nelle prossime settimane dovrebbe partire anche l’altra attività prevista dal consiglio di classe per