Il Papa: “Chi toglie il lavoro fa un peccato gravissimo”
pubblicato da la repubblica il 15\03\2017
CITTA’ DEL VATICANO – Chi toglie il lavoro all’uomo “fa un peccato gravissimo”. Non usa mezzi termini papa Francesco, nel corso dell’udienza generale in piazza San Pietro, nel denunciare l’atteggiamento di chi “per manovre economiche” o in nome di “negoziati” poco chiari toglie lavoro e dignità alle persone. “Fare di tutto – esorta il Pontefice a fine udienza parlando a braccio – perché ogni uomo e ogni donna possa lavorare e così guardare in faccia gli altri con dignità”. Quindi la denuncia: “Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprendimenti lavorativi e toglie il lavoro agli uomini, fa un peccato gravissimo”.
Il Papa ha anche rivolto “un pensiero speciale” “ai lavoratori di ‘Sky Italia’, e ha auspicato “che la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie”. Sky Italia ha un progetto di ristrutturazione che prevede, in particolare, la chiusura della sede di Roma con il canale di ‘all news’, oltre duecento licenziamenti e più di trecento spostamenti di lavoratori da Roma a Milano.
Il Papa, in udienza generale, ha messo in guardia dal “rischio che la nostra carità sia ipocrita, che il nostro amore sia ipocrita. Ci dobbiamo chiedere allora: quando avviene questo, questa ipocrisia? E come possiamo essere sicuri che il nostro amore sia sincero, che la nostra carità sia autentica? Di non far finta – ha aggiunto – di fare carità o che il nostro amore non sia una telenovela, no, amore sincero, forte”.
“L’ipocrisia – ha messo in guardia Bergoglio – può insinuarsi ovunque, anche nel nostro modo di amare. Questo si verifica quando il nostro è un amore interessato, mosso da interessi personali; quanti amori interessati ci sono! Quando i servizi caritativi in cui sembra che ci prodighiamo sono compiuti per mettere in mostra noi stessi o per sentirci appagati; o ancora quando miriamo a cose che abbiano ‘visibilità’ per fare sfoggio della nostra intelligenza o delle nostre capacità. Dietro a tutto questo c’è un’idea falsa, ingannevole, vale a dire che, se amiamo, è perché noi siamo buoni; come se la carità fosse una creazione dell’uomo, un prodotto del nostro cuore. La carità, invece, è anzitutto una grazia, è un regalo: potere amare è un dono di Dio e dobbiamo chiederlo, lui lo dà volentieri se noi lo chiediamo”.
Anche un gruppo di pellegrini cinesi in piazza San Pietro tra i circa 12 mila arrivati da ogni parte del mondo per l’udienza generale di papa Francesco.
Prima di percorrere l’ultimo tratto a piedi sul sagrato, il Papa è sceso dalla papamobile scoperta e ha salutato un gruppo di fedeli cinesi, con le bandierine rosse, visibilmente commossi. Alcuni si sono inginocchiati per baciargli i piedi. Mentre le guardie svizzere e i gendarmi erano visibilmente in imbarazzo. Francesco ha ricambiato con carezze e abbracci. Alcuni fedeli hanno portato a braccio una statua della Madonna di Fatima.
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