Trapianti, Piemonte leader in Italia: nel 2017 migliore performance da 10 anni

Pubblicato dalla stampa il 15/12/2017 di Alessandro Mondo

Archiviata la flessione del 2015: al 30 novembre erano già stati superati gli interventi realizzati nel 2016.

La flessione registrata nel 2015 è un ricordo: il 2017 riconferma il Piemonte tra le Regioni capofila in Italia sia per le donazioni che per i trapianti . Non solo: quest’anno c’è stata la migliore performance degli ultimi 10 anni, ben al di sopra della media nazionale. Questa mattina la presentazione dei dati in Regione da parte dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta, del dottor Pier Paolo Donadio, Coordinamento regionale donazioni e prelievi di organi, del professor Antonio Amoroso, direttore Centro regionale trapianti, di Gian Paolo Zanetta, commissario della Città della Salute. Erano presenti anche i professori Mauro Rinaldi (responsabile del programma trapianto cuore e polmoni), Luigi Biancone (responsabile programma trapianto di rene), ed i dottori Maurizio Orazio Merlo direttore della Chirurgia vascolare 1-trapianto rene e Omidreza Sedig, urologo, trapianto rene, presidio ospedaliero Molinette. «Siamo di fronte a una riconosciuta eccellenza nazionale, come ho potuto verificare come coordinatore degli assessori regionali alla Sanità – ha commentato Saitta -. Voglio sottolineare l’impegno della Regione nel Coordinamento Donazioni e Prelievi di Organi, il cui lavoro ha permesso, negli ultimi anni, di invertire una tendenza non positiva e riportare il Piemonte nelle prime posizioni: a questo risultato ha contribuito anche l’impulso dato dalla giunta regionale che lo ha inserito tra gli obiettivi indicati ai direttori generali delle Asl. Ora dobbiamo proseguire con lo stesso impegno nei prossimi anni, anche sul fronte della sensibilizzazione tra i cittadini».

LA TESTIMONIANZA  

C’è stato spazio anche per una testimonianza commovente. La dottoressa Silvia Giorgis, medico rianimatore dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, ha ricordato la storia di Irene, una giovane donna, in gravidanza alla 32ma settimana, arrivata in pronto soccorso ai primi di ottobre in condizioni disperate. La vicenda era stata raccontata da La Stampa. Per Irene non c’erano state possibilità di cura: poche ore dopo era nata Emma, il marito Oscar aveva deciso di donare gli organi. Una decisione presa con il cuore.

L’ACCELERATA  

Grazie all’aumento dei donatori quest’anno si è assistito ad una ripresa dell’attività di trapianto: al 30 novembre erano già stati superati gli interventi realizzati nel 2016. In particolare: 199 trapianti di rene, 155 di fegato, 24 di cuore, 30 di polmone e uno di pancreas.

LISTE DI ATTESA IN CALO  

In particolare, grazie a questo aumento il numero di pazienti in attesa di trapianto non è ulteriormente aumentato, per la prima volta rispetto all’ultimo periodo. Con l’attività degli ultimi undici mesi è stato possibile superare, dall’inizio dell’attività trapiantologica piemontese, i 9.011 trapianti.

MANCATI CONSENSI IN AUMENTO  

Invece aumentano, seppur leggermente, le opposizioni espresse in vita dal cittadino o testimoniate dai famigliari: 34,3% rispetto al 33,5% del 2016. Molto positivo anche l’andamento delle dichiarazioni di volontà raccolte presso gli uffici dell’anagrafe: ad oggi sono 240 i Comuni piemontesi che stanno registrando quotidianamente le dichiarazioni dei cittadini, 12 quelli abilitati ma non attivi, 526 i Comuni in fase di abilitazione e 60 quelli in fase iniziale.

IL PROGETTO V.A.R.I.An.D.O.  

Il presidente di Federsanità Anci, Zanetta, ha illustrato il progetto V.A.R.I.An.D.O. – acronimo di Valutazione antropologica registrazione in anagrafe donazione organi – proposto dal Centro regionale trapianti e frutto della collaborazione con la Città della Salute e della Scienza e l’Università degli Studi di Torino. Attraverso il progetto si svolge attività di coordinamento e di supporto all’iniziativa «Una Scelta in Comune» e si studiano le implicazioni sulla popolazione e sulle amministrazioni comunali coinvolte. Il progetto ha permesso di dare una forte accelerazione all’iniziativa di adeguamento normativo, in particolare nella formazione degli operatori e nella attivazione dei Comuni: infatti, più della metà della popolazione piemontese risiede in Comuni che registrano le dichiarazioni di volontà. Attraverso le interviste, l’iniziativa «Una scelta in Comune» è stata valutata dai cittadini e dagli operatori con un punteggio che rispettivamente è di 8/10 e di 9/10. I cittadini intervistati hanno fatto emergere alcuni spunti di riflessione: la necessità di una maggiore informazione, la persistenza di alcune paure, l’impatto che le notizie mediatiche hanno sulla scelta compiuta, il ruolo delle credenze religiose e delle esperienze personali.

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