Alluvione a Moncalieri: “Meno burocrazia per la ricostruzione”

da La Stampa, Giuseppe Legato, 29/11/2016

Emergenza alluvione, tra lavori da fare e vincoli del Patto di stabilità. Renzi: “Governo in prima fila”. Il sindaco di Moncalieri “Servono maxi interventi”

«Saremo in prima fila per riparare i danni dell’alluvione. Il Piemonte aveva già fatto molto in questi anni. A parità di acqua caduta nel 1994 le conseguenze sono state minori».

 

Il premier Matteo Renzi a margine di un incontro a Torino per sostenere le ragioni del «Sì» al referendum costituzionale di domenica prossima, ha risposto cosi all’invito del presidente della Regione Sergio Chiamparino che gli chiedeva un impegno concreto del governo nella ricostruzione del post-alluvione. Renzi si è detto disponibile a dialogare coi territori. Parole d’ordine: semplificazione burocratica.

 

Un indirizzo che fa il paio con le richieste che arrivano da Moncalieri, quinta città del Piemonte, la zona più colpita dall’esondazione del Po e del torrente Chisola. Qui, dopo due notti e due giorni in giro tra gli alluvionati, il sindaco Paolo Montagna tira fuori dal cassetto delibere e progetti e solleva temi pratici: «Ho 9 milioni di euro in avanzo di amministrazione. Abbiamo da tempo un progetto esecutivo approvato. Se il premier mi libera dalla cravatta del patto di stabilità, domani mattina faccio partire un appalto e blindo la mia città che non può e non deve soffrire più». Il progetto esecutivo (quindi l’ultimo stadio della fase amministrativa che precede la partenza dei lavori) riguarda il canale scolmatore che metterebbe in sicurezza il lungo asse di corso Savona: quasi due chilometri di opere di prevenzione che non partono perché il tetto di spesa previsto dalle leggi economiche del governo imposte ai Comuni non lo consentono. Il canale scolmatore partirebbe dalla zona industriale e arriverebbe fino in borgo Navile in corrispondenza di piazza Martiri della Libertà. Proprio il tratto in cui il Po ha fatto danni ancora ieri irrisolti nelle strade interne di corso Savona.

 

“Moncalieri, viaggio nei luoghi dove l’alluvione ha colpito più duramente”

Ma non c’è solo il grande fiume nella lista delle opere che il sindaco reclama. Ci sono anche i torrenti, come quello che ha invaso le borgate periferiche causando 1500 sfollati: «L’Aipo (l’ex magistrato del Po), deve intervenire subito. Chiediamo immediatamente una stazione idrometrica a Nord di Volvera. Ad oggi si conoscono i livelli del Chisola solo a La Loggia e questo non mi permette di organizzare la Protezione Civile nel caso di esondazione. Non posso dare l’allarme in tempo alla popolazione. Costruiscano delle vasche di laminazione che contengano le piene. Moncalieri non può essere sempre la città più penalizzata soltanto perché è l’ultima declinazione geografica di questo corso d’acqua».

E il sindaco vuole ancora risposte da Aipo, «su progetti che da un anno e mezzo ormai mi dicono che stanno per essere appaltati e di cui non ho più notizie». Quali? «Si tratta degli argini del torrente Sangone nella zona dietro la Firsat di strada Vignotto al confine con Nichelino e quello del Po nella zona dietro il cimitero». Opere che sono considerate non più procrastinabili nel tempo. Perché, se borgata Barauda è salva, è anche grazie all’unica opera realizzata nell’ultimo anno con Iren: un canale rialzato che ha attenuato la piena a Sud della città.

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