Torino, arriva McEwan e il Circolo dei Lettori “trasloca” per l’assalto all’autore

Pubblicato da la repubblica  il 20/03/2017 di Francesca Bolino

Un lunedì sera alla Cavallerizza con lo scrittore inglese che presenta il suo ultimo libro “Nel guscio” con Bajani

Torino attende il tutto esaurito per Ian McEwan. Luca Beatrice, presidente del Circolo dei Lettori, dice che si è scelta l’aula magna della Cavallerizza Reale perché è previsto un grande pubblico, come è stato per Safran Foer o Don De Lillo. «D’altronde lo stile British di McEwan si confá perfettamente all’eleganza sobria del torinese: è come una bella giacca di Harris Tweed, non passa mai di moda. E noi lo sappiamo bene poiché ci vestiamo da Emerson» sorride Beatrice. Dunque tutto può succedere. Può accadere che il protagonista di un romanzo sia un feto al terzo trimestre di gravidanza che si lascia già attraversare da impegnative questioni esistenziali: resto vivo o mi uccido? Una domanda shakesperiana affidata alla penna di Ian McEwan, quindi bisogna fermarsi un momento prima di pensare che si tratti di una follia.

Una delle voci più acclamate della letteratura contemporanea (che ha vinto il Man Booker Prize nel 1998 con “Amsterdam”) domani alle 21 sarà alla Cavallerizza Reale a presentare (con Andrea Bajani) il suo ultimo romanzo edito da Einaudi che si intitola “Nel Guscio”, grazie alla collaborazione tra la casa editrice, il Circolo dei Lettori, la scuola Holden e Sottodiciotto Film Festival.

Al suo diciassettesimo romanzo e alla soglia dei settant’anni sorprende con questa incursione in un mondo diverso rispetto a quello che ha investigato con tutti i suoi libri precedenti, come ha spiegato lui stesso in un’intervista al Wall Street Journal: «Avevo solo bisogno di andare per un momento da un’altra parte, via da quello che si potrebbe chiamare un tentativo di mettere in piedi, in modo verosimile, un mondo riconoscibile a tutti». Ma cosa ci racconta McEwan? Due cognati fedifraghi, Trudy e Claude, madre e zio del quasi nato, tramano di uccidere John, il padre del feto. Il movente? Impossessarsi di un edificio georgiano su Hamilton Terrace che il povero poeta londinese John ha ereditato. Come finirà?

Intanto facciamoci raccontare cosa accade nel “guscio”. «A testa in giù in una donna… oramai completamente capovolto, con le ginocchia schiacciate al petto… non ho più scelta, un orecchio è premuto giorno e notte contro le pareti irrorate di sangue. Ascolto, prendo appunti mentali, e mi preoccupo». Così si presenta il protagonista che ascolta discorsi «efferati tra le lenzuola» ed è agghiacciato dal terrore di quello che lo aspetta. Grazie al suo orecchio conosciamo ogni dettaglio, ogni particolare della cospirazione omicida. Sappiamo tutto, attraversiamo ogni angoscia e ogni dolore con questo minuscolo eroe, fino al momento in cui dovrà abbandonare il guscio. «Il fedele cordone, ovvero la cima di salvataggio che non ha voluto uccidermi, all’improvviso si compie la sua morte annunciata. Sto respirando. Che meraviglia. Un consiglio ai neonati: non piangete, guardatevi intorno, assaporate l’aria». E anche lui arriva nel mondo. Finalmente vede sua madre, si scambiano un lungo sguardo. «Aveva ragione mio padre, è una faccia incantevole. Mi sembra di vedere il mondo intero in questa faccia. Amorevole. Assassina».

Link Articolo: http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/03/20/news/torino_arriva_mcewan_e_il_circolo_dei_lettori_trasloca_per_l_assalto_all_autore-160974750/

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