Torino, a Camera 70 anni d’Italia raccontati dalle foto di Magnum

Pubblicato da la repubblica il 03/03/2017 di Marina Paglieri

Da oggi al Centro nazionale per la fotografia la mostra che ripercorre la storia del Paese intrecciata a quella dell’agenzia fotografica di Cartier Bresson, Robert Capa e Scianna

“Si è voluto raccontare come è stata vista l’Italia in questi ultimi settant’anni, dal viaggio di Cartier Bresson del 1933 al wall paper finale sulle discoteche, specchio dell’accumulazione ossessiva delle immagini di oggi”. Il direttore di Camera Walter Guadagnini presenta così la mostra “L’Italia di Magnum. Da Henri Cartier Bresson a Paolo Pellegrin” che apre oggi, la prima della nuova stagione dell’associazione di via delle Rosine. I 70 anni presi in esame corrispondono all’età dell’agenzia fotografica più famosa del mondo, nata nel 1947 sulla terrazza del Museo d’Arte Moderna di New York, concretizzando il progetto messo a punto da Robert Capa durante la guerra civile spagnola e discusso con altri fotografi, oltre a Cartier Bresson, George Rodger, David Seymour e William Vandivert.

Partono proprio da Torino i festeggiamenti di questo compleanno, per proseguire subito dopo a Cremona e Brescia. Nella prima città apre sabato al Museo del Violino “Life-Magnum. Il fotogiornalismo che ha fatto la storia”, nella seconda si potranno vedere dal 7 marzo tre rassegne, nell’ambito della prima edizione del “Brescia Photo Festival”.

“È una mostra importante, ci interessa il fatto che sia realizzata con altre città. Camera sempre più si presenta come luogo di formazione, potremo così lavorare anche sugli archivi fotografici della città”, ha detto ieri durante la presentazione l’assessore alla cultura del Comune Francesca Leon, al suo fianco il presidente di Camera Emanuele Chieli.

Il viaggio in Italia attraverso le immagini di venti fotografi Magnum è scandito per decenni, tra eventi grandi e piccoli, tra personaggi e luoghi dal dopoguerra a oggi. Si inizia dagli anni Trenta, con il reportage di Cartier Bresson da Trieste a Firenze, Siena e Salerno, alla ricerca di particolari che rivelano mondi anche interiori, per proseguire con la serie di Robert Capa sulla fine della seconda guerra mondiale, che mostra un Paese distrutto da cinque anni di conflitto, e di David Seymour, che nel ’47 riprende invece i turisti che tornano a visitare la Cappella Sistina.

Si prosegue con le immagini di Elliott Erwitt, Herbert List e René Burri: quest’ultimo porta il visitatore all’interno della storica mostra di Picasso nel 1953 a Milano, dove in un Palazzo Reale che mostra ancora i segni della guerra fa la sua apparizione “Guernica”. Arrivano poi gli scatti di
Thomas Hoepker sulle Olimpiadi romane del 1960, con la vittoria di Cassius Clay, di Bruno Barbey sui funerali di Togliatti, nel 1964, e quelle imperdibili di Erich Lessing su miti e riti della spiaggia di Cesenatico.

Si approda agli anni Settanta immortalati da Ferdinando Scianna e Leonard Freed, tra una Sicilia sempre uguale a sé stessa e il referendum sul divorzio. È ancora Scianna a rappresentare negli Ottanta un Berlusconi imprenditore di successo, in procinto di “scendere in campo”. Nell’ultima grande sala si incontrano le immagini degli ultimi decenni: tra queste non passerà inosservata quella di dolente drammaticità di Paolo Pellegrin sulla folla dei migranti su un barcone, tragico segnale del mondo attuale. Si prosegue ancora nel corridoio con la sequenza di immagini realizzate da Mark Power sui luoghi simbolo della cultura italiana, da piazza San Marco a Venezia alla basilica di San Petronio a Bologna, mentre per Torino sono state scelte l’Aula del Tempio della Mole, cuore del Museo del Cinema, e la Sala del trono di Palazzo Reale. Camera ospita anche “I am nothing”, personale del giovane fotografo Valerio Spada sulla mafia siciliana, narrata attraverso le storie di alcuni boss e latitanti. Entrambe le mostre sono aperte fino al 21 maggio, (info: www.camera.to).

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