Via al processo per omicidio senza imputati né cadavere

Pubblicato da La Stampa, il 22/03/2018, Giuseppe Legato, Torino

Una famiglia di nomadi accusata di aver ucciso un pensionato a Bibiana

L’uomo abitava in un appartamento all’interno dell’edificio «La fonte del faggio»

Il corpo della vittima non è mai stato trovato. E i suoi presunti assassini non sono mai stati rintracciati dalle autorità italiane. Un cadavere fantasma e tre indagati in fuga (oggi latitanti inseguiti da un mandato di arresto europeo). Sembra un giallo di Simenon e invece è una storia vera che viaggia a grandi falcate verso un processo. E cioè quella che ruota attorno alla misteriosa sparizione di Maurizio Rigoli scomparso a 64 anni da Bibiana.

 

Era il 1° aprile 2014. Secondo la Procura è stato ucciso. E per questo sono accusati a vario titolo Toni Duretovic, il padre Kuzman Duretovic, macedone, 48 anni, e la madre Sladjana Mitrovic, serba, 46 anni. Il gip Maria Francesca Abenavoli ha respinto l’istanza di revoca della misura cautelare disposta mesi prima su richiesta dei pm Onelio Dodero e Francesca Traverso. Il legale Basilio Foti aveva sottolineato come i presunti assassini «nutrissero un sentimento di affetto autentico per lo scomparso», citando una serie di intercettazioni telefoniche agli atti e facendo notare come almeno uno di loro – Kuzman Duretovic – si trovasse nelle ore immediatamente vicine a quelle individuate dalla Procura come «possibili» per datare l’omicidio in luoghi incompatibili con l’ipotesi d’accusa.

 

L’ISTANZA

Niente da fare. Il gip ha respinto l’istanza ribadendo che «gli indagati sapevano bene di essere intercettati e che addirittura i genitori di Toni Duretovic avrebbero tentato di istruire il figlio circa ciò che avrebbe dovuto dire agli inquirenti durante l’interrogatorio». Un’altra prova, dunque, «della loro consapevolezza» di quanto accaduto. E cioè un omicidio. Ora per i tre familiari è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio. Ma i presunti assassini che si nascondono chissà dove in giro per l’Europa. O magari nell’hinterland di Torino.

Rigoli scomparve lasciando a casa – un appartamento del residence «Fonte del Faggio» di Bibiana – la sua inseparabile cagnolina Diana. Sul tavolo della cucina, solo il portafoglio con i documenti. Ai primi indizi raccolti dai carabinieri se ne sono aggiunti altri. Alcuni testimoni hanno riferito di aver visto i tre a bordo di una Punto spostare su un Alfa 147 «un oggetto, voluminoso lungo, avvolto da una coperta o qualcosa di simile. Come un corpo avvolto in un sacco di juta», hanno raccontato. Per gli investigatori era il corpo di Rigoli. Le auto sarebbero state recuperate dai parenti della coppia in un campo nomadi di Moncalieri.

 

L’ALLOGGIO

La famiglia Duretovic aveva anche fatto eseguire profondi lavori di ristrutturazione dell’alloggio in cui probabilmente è avvenuto il delitto. Per l’avvocato Foti l’accusa rimane «un teorema indiziario costellato da ripetute suggestioni. Non è chiaro nemmeno il movente e se l’omicidio sia avvenuto e dove». Per la Procura fu un invece un delitto d’impeto, forse per gelosia o per un litigio.

LINK ARTICOLO: http://www.lastampa.it/2018/03/22/cronaca/via-al-processo-per-omicidio-senza-imputati-n-cadavere-VGaBV2t5VUlIrOFOfuTsAI/pagina.html

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