Il Castello di Moncalieri in affitto a 1000 euro al mese: il bando del ministero

da Torino Today, Claudio Pizzigallo, 03/11/2016

Poco più di 12.000 euro l’anno per prendere in affitto il castello sulla collina a sud di Torino. Ecco come fare

Quanto può costare l’affitto di una residenza in collina da 130.749 mq, compresi 10 ettari di giardino con muro di cinta? 12.335 euro l’anno, poco più di mille euro al mese, se si tratta del Castello di Moncalieri, bene UNESCO dal 1997. Un vero affare, se non fosse che bisogna anche stare dietro ai lavori di restauro e soprattutto che non si potrà trasformare il castello in casa propria, anzi la condizione essenziale è aprirlo al pubblico.

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha emanato un pubblico avviso per dare in gestione (per un periodo tra 6 e 10 anni) 13 immobili nel Nord e Centro Italia del demanio culturale dello Stato, per i quali attualmente non è corrisposto alcun canone e che richiedono interventi di restauro. Nell’avviso sono presenti due beni in Piemonte: l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano ad Albugnano, in provincia di Asti, e appunto il Castello di Moncalieri.

900 ANNI DI STORIA

La storia di questo maniero, che i torinesi sono abituati a riconoscere fin dall’autostrada che collega Torino al mare, è lunga quasi mille anni, densi di avvenimenti storici e di intrecci leggendari. Fu fatto costruire intorno all’anno 1100 da Tommaso I di Savoia: l’obiettivo era disporre di un massiccio fortilizio per controllare l’accesso da sud a Torino su questa collina, che domina il passaggio sul Po e che costituisce l’accesso a Torino sulla via di Asti, come Rivoli lo è dalla via di Francia.

Nella seconda metà del Quattrocento, l’edificio fu scelto come dimora ducale da Jolanda di Valois, moglie di Amedeo IX; nel 1475 vi fu stipulato il trattato di Moncalieri tra la duchessa, Carlo il Temerario, duca di Borgogna, e Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano. Nel 1610 iniziarono poi i lavori di ampliamento dell’antico maniero, voluti da Carlo Emanuele I e proseguiti con Vittorio Amedeo I e con Madama Cristina: fu in quel periodo che il castello assunse la configurazione moderna, con i torrioni quadrangolari che hanno inglobato nella facciata le torri circolari originarie.

Nel Settecento il castello divenne poi la residenza preferita di Vittorio Amedeo II, il duca che fece realizzare il forte di Fenestrelle e che sulla collina torinese aveva, secondo il gossip dell’epoca, un’altra casa segreta per gli incontri con la sua amante. Soprannominato “la Volpe Savoiarda” e famoso per l’invenzione dei grissini, nel 1728 abdicò per motivi di salute in favore del figlio Carlo Emanuele III: questi fece rinchiudere il padre nel castello di Moncalieri fino alla morte avvenuta nel 1732.

A fine Settecento l’invasione e l’occupazione francese a Torino trasformarono il castello in ospedale, caserma, carcere e anche cimitero, poi nel 1817, sotto Vittorio Emanuele I, si intrapresero le operazioni di restauro: furono allora realizzati lo scalone a tre rampe in marmo di Carrara e la cavallerizza in fondo al cortile principale, la più grande delle residenze sabaude; in questo periodo Carlo Alberto trasferì al Castello la residenza reale. Il 20 novembre 1849 fu poi firmato da Vittorio Emanuele II il Proclama di Moncalieri, controfirmato dal presidente del consiglio Massimo d’Azeglio, con cui il re scioglieva la Camera dei Deputati e faceva approvare alla nuova Camera il trattato di pace con l’Austria.

Il Castello di Moncalieri ebbe un ruolo importante anche durante la seconda guerra mondiale, quando fu occupato prima dai nazi-fascisti, poi dai partigiani e infine dagli sfollati, finché nel 1948 il complesso diventò sede del I Battaglione Carabinieri “Piemonte”.

L’INCENDIO, LA CHIUSURA E IL BANDO

Gli appartamenti reali, in consegna alla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici del Piemonte, sono stati restaurati e aperti al pubblico nel 1991, ma il 5 aprile 2008 un incendio ha danneggiato un torrione causando la distruzione della Sala del Proclama. I lavori di restauro sono tuttora in corso, e fino a oggi di tutto il castello è visitabile soltanto la mostra permanente in omaggio alla principessa Maria Letizia.

Uno scarso utilizzo che ha portato al bando indetto dal MiBACT, che si rivolge ad enti e associazioni senza scopo di lucro affinché prendano in gestione la struttura. Per partecipare all’avviso pubblico bisogna creare un documento che attesti come verranno eseguiti i restauri e quanto costeranno, i progetti di valorizzazione ed eventualmente i biglietti d’ingresso: l’importante è far tornare agli antichi splendori questo castello e aprirlo al pubblico il più possibile. Per mille euro al mese di affitto, di sicuro qualcuno si farà avanti.

 

 

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