«Guerra e pace» in uno show teatrale

Pubblicato da il corriere della sera  il 15/02/2017 di Giuseppina Manin

Il collettivo anglo-tedesco Gob Squad porta in scena alle Fonderie Limone di Torino
la rilettura del romanzo di Tolstoj: incursioni del pubblico e video sui conflitti di oggi

«Solleva questo libro. Pesante vero? Del resto sono circa 1500 pagine, 300 personaggi… Guerra e Pace è il romanzo più famoso al mondo, ma anche quello su cui la gente mente di più. Alzi la mano chi l’ha letto davvero. Fino alla fine?» Comincia così, con una serie di provocazioni ironiche al pubblicoWar and Peace dei Gob Squad, collettivo di artisti inglesi e tedeschi noti per il loro anticonformismo, il saper coinvolgere gli spettatori in quello che ogni volta diventa un happening giocoso e sorprendente. Succede anche per questo spettacolo, inedita versione 2.0 del capolavoro di Tolstoj, dal 22 febbraio alle Fonderie Limone di Moncalieri, coprodotto dallo Stabile di Torino con la Volksbühne di Berlino e la Kammerspiele di Monaco. «Un libro monumentale, impossibile portarlo in scena, ma l’impossibile per noi è sempre molto attraente» assicura Simon Will, uno dei sette della «famiglia allargata» dei Gob Squad, dal ‘92 impegnati in un’utopia teatrale e politica che li porta in scena in teatri e gallerie, ma anche in negozi, parcheggi, metropolitane… «Di solito non usiamo testi letterari — spiega Simon — ma questo romanzo era una sfida. Solo due di noi l’avevano letto, per gli altri è stata un’esperienza memorabile. A colpirci il suo modo di intrecciare realtà e finzione, la sua attinenza con il nostro tempo». E allora, come da manuale, tutto prenderà il via nel salotto di Anna Pavlovna, luogo d’incontro dell’alta società russa. «Non tentiamo in alcun modo di ricostruire le vicende del libro, ma quel salotto è il punto di osservazione ideale su quel che accade oggi».

Con l’aiuto di telecamere a circuito chiuso i Gob Squad sollecitano il pubblico a intervenire nella storia, a riflettere sul significato di concetti quali «libertà», «privilegio», «sicurezza». A interrogarsi se «viviamo in tempi di guerra o di pace?» se si possa «vivere dentro il capitalismo consapevoli del danno e della sofferenza causati dai nostri stili di vita «pacifici». Intorno al salotto dove si intrecciano gli amori e i dolori di Pierre, Andrej e Natasha, i tre protagonisti del romanzo, dei video rimandano immagini di guerre lontane e «familiari»: bombardamenti in Iraq e Afghanistan, donne in burqua, mitra, crocefissi… «Guerra e pace sono termini ambigui del nostro presente, in relazione simbiotica l’un l’altro. Questo spiega perché l’“and” del titolo diventi il nostro focus, il “nel mezzo” in cui ci troviamo». Tra i personaggi del romanzo, anche loro scelgono il più amato dai lettori, Pierre Bezukhov, l’idealista timido e generoso. «Tutti vogliamo essere Pierre, e qui ce ne saranno addirittura tre. Lui è quello che meglio racconta la guerra dalla prospettiva della pace. Non va in guerra ma va a “guardarla”, come un turista sul campo di battaglia. Anche Natasha però ha un ruolo di primo piano, è il punto di vista femminile sulla guerra».
E come Tolstoj mescola caratteri veri e inventati, anche in scena la finzione sfumerà nella realtà. «La nostra War and Peace è ambientata qui e ora. A un certo punto i personaggi escono dalle pagine e diventano personaggi di oggi, schierati sul fronte della guerra e della pace». In passerella sfileranno Disney e Mandela, Marilyn, Topolino e persino Trump. «Lo show è nato quando nessuno ancora pensava che sarebbe diventato presidente. Spero che l’immagine che si vedrà alla fine, dopo la sua apparizione, non debba più succedere in Europa. Perché chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo».
Condividi: